Ti aspetto amico mio
Il vento mi porta i rumori del centro , il suono di una canzone che avro’sentito mille volte:” odio il lunedi”di Vasco.
Siamo fermi alla stessa canzone che ascoltavo in balera ubriaco di tequila quando guidavamo sbronzi in cerca di turbinio, avevo 25 anni.
Anacronistico sentirla adesso . Non per la canzone in se’,ma perche’e’un abbinamento gia’visto, vissuto, provato.E sorrido.
Amo questo momento, seduto in giardino, riparato dal vento e non dalle mie sensazioni.
Dissetato Sento di fare pace con tanti dubbi.
Novanta km mi separavano dalla mia destinazione:sono arrivato alle sette di sera, ho comprato una bottiglia di Kerner di Abbazia di Novacella, mio padre lo gode assai e abbiamo parlato a lungo e piacevolissime discussioni: mi guarda con tanto amore e rispetto, anche io ti guardo con altrettanto piacere e profonda stima.
Le rose fiorite ,attorno a questa serata algida ,hanno inturgidito i miei occhi nei loro petali sodi.
Il grosso vaso di terracotta, il rosmarino ed i fiori rossi che vi abitano:la luce che ne scopre i contorni esalta un senso di veglia che mi abita dentro, pronta a vederne la bellezza cogli stessi occhi di chi li pianto’, di mio padre che siede dove siedo io ora, il giornale ed il suo sigaro toscano.
Passo oltre sull’albicocco che vive dove visse la grande magnolia, quest anno e’esploso, dice che si trova bene, ringrazia quelle radici che resero la terra meno dura da scavare. I tuoi frutti danno vita al fluire del tempo, a cio’che era e cio’che sara’, ed io piccola parte vi dono tutto il mio rispetto.